
Qualche domanda
1) Quali sono le difficoltà maggiori che si incontrano nel trattamento del paziente iperteso, in particolare in relazione al mantenimento della terapia a lungo termine?
L’ipertensione arteriosa (pressione alta), intesa come la presenza di valori di pressione arteriosa superiori a 140/90 mmHg, è una malattia estremamente frequente nella nostra popolazione e determina, anche in totale assenza di sintomi, importanti danni a livello del cuore, dei vasi arteriosi come l’aorta, dei reni e del cervello.
La prevenzione degli eventi cardiovascolari correlati all’ipertensione è ottenibile solo con la riduzione della valori pressori entro i limiti di normalità per la quale, nella stragrande maggioranza dei pazienti, è necessaria una terapia farmacologica che deve essere mantenuta a vita. La difficoltà principale della terapia antiipertensiva sta proprio nella lunga durata della malattia, oltre che nella totale mancanza di sintomi da parte del paziente.
Ipertensione arteriosa e trattamento
Le difficoltà maggiori che si incontrano nel trattamento del paziente iperteso sono:
- Assunzione di dosi non corrette;
- Omissione occasionale di uno o più farmaci;
- Interruzione precoce del trattamento.
Come appare chiaro, per curare bene l’ipertensione arteriosa e’ importante creare un’alleanza terapeutica con il paziente, in modo da risolvere insieme dubbi e difficolta’ sulle terapie.
Ma quali sono i farmaci antiipertensivi? E chi è anche in cura ottiene sempre gli stessi risultati? E se no quanto dipende dal paziente?
Esistono molte classi di antiipertensivi, tutti molto efficaci e spesso ben tollerati dal paziente. La terapia antiipertensiva deve essere eseguita pero’ correttamente e assunta con regolarità. Per questo motivo la ricerca scientifica ha sviluppato farmaci sempre meglio tollerati e soprattutto con una lunga durata d’azione, al fine di essere assunti una sola volta al giorno. Il più grande problema è infatti l’assunzione corretta della terapia. Si stima che oltre il 40% dei pazienti non assume correttamente i farmaci nell’arco dell’anno.
Ogni quanto bisogna controllarsi e quali sono i valori ottimali?
Una delle migliori tecniche di misurazione della pressione è l’automisurazione domiciliare con apparecchi automatici (preferibilmente con misurazione al braccio e non al polso). L’automisurazione dovrebbe essere eseguita due alla settimana, la mattina e la sera dello stesso giorno, misurando la pressione due volte a distanza di tre minuti e annotando il secondo valore su un diario che poi potrà essere letto e valutato dal medico. La cosa importante è che il paziente non modifiche mai la terapia di sua iniziativa quando si misura la pressione. La terapia deve sempre essere modificata dal medico. Deve essere molto chiaro che la pressione arteriosa è un paramentro molto variabile. Nell’arco di pochi minuti la pressione arteriosa può variare anche di molti millimetri di mercurio mentre, come detto in precedenza, i farmaci antiipertensivi hanno una durata di molte ore. Non si deve quindi decidere la terapia giornaliera sulla base di una sola misurazione.