
Per prostatite si intende qualsiasi forma di infiammazione della ghiandola prostatica. Se la condizione clinica è causata da batteri patogeni si parla di prostatite batterica, mentre, in assenza di infezioni accertate o altre evidenti patologie locali che possano giustificare il dolore, si parlerà di sindrome del dolore pelvico cronico. Tale disturbo è spesso associato a conseguenze negative comportamentali, sessuali o emotive, nonché a sintomi indicativi di disfunzioni del basso tratto urinario, sessuali o intestinali.
Ad approfondire questo tema ci aiuterà il Dott. Gianmartin Cito, Urologo Andrologo, della Società Italiana di Andrologia.
- Qual è la prevalenza degli individui che soffrono di prostatite?
La prostatite rappresenta la diagnosi urologica più comune negli uomini di età inferiore ai 50 anni ed è la terza negli uomini di età maggiore di 50 (dopo l’iperplasia prostatica e il tumore della prostata). Si stima infatti che il 9-16% degli uomini abbiamo avuto almeno una diagnosi di prostatite nella vita.
- Quali sono le principali cause che possono determinare una prostatite?
La prostatite è una diagnosi comune, sebbene in meno del 10% dei casi vi sia la prova di un’infezione batterica. Gli enterobatteri, soprattutto Escherichia Coli, sono i patogeni predominanti nella prostatite batterica acuta, mentre nelle forme croniche lo spettro di patogeni che possono determinarla è più ampio e comprende anche microrganismi atipici. Se la sintomatologia persiste per almeno 3 mesi si parlerà di prostatite batterica cronica o dolore pelvico cronico in assenza di infezioni accertate.
- Quali sono le principali vie di diffusione?
Possibili vie di diffusione dei patogeni sono per risalita attraverso l’uretra oppure per reflusso di urina infetta nei dotti prostatici. Inoltre, da considerare sono il passaggio di batteri rettali per via linfatica, spesso facilitata dalla congestione pelvica legata alla sedentarietà, o per via ematogena.
- Quali malattie favoriscono o potenziano questa condizione?
Fattori di rischio per l’insorgenza di questa malattia sono patologie metaboliche, alterazioni costanti dell’alvo, una dieta malsana, rapporti sessuali occasionali a rischio, cateterizzazione vescicale e procedure diagnostiche invasive.
- Quali sono i sintomi della prostatite/dolore pelvico cronico?
Nella maggior parte dei casi i pazienti riferiscono sintomatologia dolorosa, prevalentemente localizzata nella zona del bacino: perineo, scroto e/o testicolo, pene, ipogastrio, colonna lombare sono le zone principalmente interessate. Possono essere presenti disturbi minzionali (aumentata frequenza urinaria, bruciore durante la minzione, urgenza) e disturbi sessuali (bruciore durante l’eiaculazione, eiaculazione precoce, sangue nello sperma). In caso di prostatite batterica acuta possono comparire sintomi sistemici, incluso malessere e febbre.
- Come si fa diagnosi di prostatite?
La raccolta di informazioni sullo stile di vita, la dieta, il fumo, la presenza di disturbi gastrointestinali e le abitudini sessuali risulta molto importante.
L’esame obiettivo e in particolare l’esplorazione rettale può evidenziare una prostata congesta e soffice spesso dolente alla palpazione. L’analisi più importante nella valutazione di un paziente con prostatite batterica acuta è rappresentata dall’urinocoltura con la tecnica del ‘mitto intermedio’, ovvero non il primo getto di urina. La coltura dell’eiaculato, o spermiocoltura, è un esame che consiste nell’analizzare la possibile presenza di batteri o altri microrganismi all’interno del liquido seminale. Nelle forme croniche, sono utili la coltura batteriologica quantitativa e la microscopia delle urine e del secreto prostatico come descritto da Meares e Stamey (test dei 4 bicchieri). L’ecografia trans-rettale può essere utile nel sospetto di un ascesso prostatico ma comunque non è usata come strumento diagnostico di prostatite. La valutazione del PSA totale non fornisce informazioni aggiuntive alla diagnosi.
- Come si cura la prostatite?
Gli antibiotici sono di fondamentale importanza nella prostatite batterica acuta e raccomandati nella prostatite batterica cronica. Lo standard tuttavia, è rappresentato da una terapia antibiotica mirata su un esame colturale. La combinazione di antibiotici con vari estratti vegetali può̀ attenuare la sintomatologia senza aumentare gli effetti avversi. La terapia extracorporea perineale ad onde d’urto (Li-ESWT) negli uomini con sindrome da dolore pelvico cronico può determinare un significativo miglioramento del dolore, della qualità̀ della vita e della minzione.
Curare la prostatite nelle sue prime fasi è più semplice rispetto a quando si è ormai cronicizzata. Può essere pertanto molto importante rivolgersi precocemente al medico.